Il Primo Chakra, in sanscrito Muladhara può essere definita come La Chiave per la Radice dell’Anima Umana. “Nel rituale della guarigione dell’anima, Muladhara è il ponte tra cielo e terra. Quando ritroviamo l’equilibrio, l’anima risplende come un fiore nei primi raggi del sole.” Nel santuario segreto del nostro essere, al centro della nostra essenza, c’è una radice profonda che abbraccia l’anima. Questa radice è il Muladhara Chakra, il primo dei sette centri energetici che compongono il nostro sistema vitale. Nel mondo della spiritualità e del benessere interiore, il concetto dei chakra ha guadagnato una notevole popolarità. I chakra sono centri di energia nel nostro corpo che influenzano non solo il nostro benessere fisico, ma anche il nostro equilibrio mentale ed emotivo. In questo articolo, esploreremo il primo chakra, noto come il “chakra radicale” o “Muladhara,” e scopriremo il ruolo cruciale che svolge nella nostra vita. In questo articolo, ci avventureremo altresì nel mondo poetico e dell’anima del Muladhara Chakra, scoprendo come sia il fondamento stesso della nostra esistenza e il custode dei nostri legami con la terra. Muladhara: La Radice della Nostra Vita. Il Muladhara Chakra si trova alla base della colonna vertebrale, come la radice di un albero antico, saldamente ancorata nel terreno. È associato all’elemento terra, e il suo nome sanscrito “Muladhara” significa “radice” o “sostegno”. Questo chakra è il custode della nostra stabilità fisica, mentale e spirituale, e la sua energia scorre come un fiume sotterraneo, nutrendo l’anima. Nel buio segreto dell’anima, Muladhara si estende come un abbraccio della madre terra. “È la radice della nostra vita, la luce che guida il nostro cammino nella parte sconosciuta di noi; quella radice che ci lega al suolo, ancorandoci alla vita, al diritto di esistere”. Il primo chakra, Muladhara, è il punto di partenza del nostro sistema di chakra. Esso rappresenta la nostra connessione con il mondo fisico, la stabilità, la sicurezza e la radice della nostra energia vitale. Quando questo chakra è in equilibrio, ci sentiamo protetti e abbiamo fiducia nella vita. Al contrario, un primo chakra sbilanciato può portare a insicurezza, ansia e paura. Il Significato del Primo Chakra 1. Stabilità: Il Fondamento dell’Anima Il Muladhara Chakra è il baluardo della stabilità è il fondamento su cui poggiamo il nostro essere. Rappresenta la stabilità nelle nostre vite, non solo dal punto di vista finanziario o materiale, ma anche nella nostra salute fisica e mentale. Come una casa solida in cui l’anima può trovare rifugio, questo chakra ci offre una base sicura da cui esplorare il mondo. Quando è in armonia, ci dona un senso di radicamento, consentendo all’anima di crescere in altezze impensabili, sentendoci radicati e sicuri. “Nel calore della sua presenza, l’anima trova rifugio. Come una radice profonda, Muladhara ci sostiene nelle tempeste della vita, permettendoci di sfidare il vento con grazia.” 2. Sicurezza Muladhara è associato alla sensazione di sicurezza. Quando questo chakra è in equilibrio, ci sentiamo protetti e abbiamo fiducia nella vita, il diritto ad esistere. Al contrario, un primo chakra sbilanciato può portare a insicurezza, ansia e paura. Mi piace esprimere il concetto di sicurezza del primo chakra in questo modo: “Nel cuore di ogni anima, in un giardino segreto, Dove le emozioni danzano e i sogni fioriscono, Trovi il primo chakra, un filo alla terra legato, La sicurezza dell’essere, un legame indistruttibile. Radici profonde nella terra, come alberi secolari, Intricati con la storia, il passato e i desideri, Qui, l’anima trova rifugio, calma e pace, Una fiamma ardente che nell’oscurità mai si spegne. Nelle melodie della vita, nelle tempeste e nei venti, Il primo chakra ci tiene ancorati, sorretti dai destini, E quando il mondo trema e vacilla sotto i piedi, Sappiamo che la radice profonda mai ci abbandonerà. Percorriamo il cammino, con coraggio e fiducia, Il primo chakra ci protegge con forza e virtù, E nell’abbraccio della terra, nell’energia che scorre, Troviamo la sicurezza eterna nell’anima che esplora”. 3. Connessione con la Terra: L’Abbraccio della Madre Terra L’elemento terra pervade il Muladhara Chakra, creando un legame profondo con la natura. Questa connessione con la terra è la chiave per comprendere il nostro posto nell’universo. Quando onoriamo la terra, onoriamo noi stessi, e il Muladhara ci insegna a farlo con gratitudine e rispetto. “La terra è madre e amica, un’estensione di noi stessi. Nel Muladhara Chakra, ci uniamo all’eterna danza della natura, sentendoci parte di un’armonia più grande.” Il Muladhara chakra è responsabile per la nostra connessione con il mondo naturale. Una connessione solida con la terra ci aiuta a sentirci ancorati e in armonia con l’ambiente circostante. Sbilanci e Riequilibrio Un primo chakra sbilanciato può manifestarsi in vari modi. Alcuni sintomi comuni includono: Ansia e Paura: Un eccesso di ansia e paura può essere un segno di squilibrio nel primo chakra, indicando una mancanza di sicurezza Instabilità finanziaria: Se hai costanti problemi finanziari o non riesci a soddisfare le tue esigenze di base, il tuo primo chakra potrebbe richiedere attenzione. Malesseri fisici: Possono essere correlati a uno squilibrio nel primo chakra. Quando il Muladhara Chakra è sbilanciato, la nostra stabilità vacilla, e l’anima può sentirsi smarrita. Ma con la meditazione, la visualizzazione, il contatto con la natura e l’arte, possiamo ristabilire l’equilibrio. Scaviamo profondamente nelle radici dell’anima, onoriamo la terra e ritroviamo la stabilità che ci appartiene di diritto. Molte pratiche possono aiutarti a bilanciare il tuo primo chakra. Ecco alcune idee: Meditazione: La meditazione focalizzata sul primo chakra può aiutarti a rafforzare la tua connessione con la terra e a dissipare le paure e le insicurezze. Yoga: Le pose di yoga che si concentrano sulla base del corpo, come le posizioni in piedi, possono aiutare a rafforzare il primo chakra. Alimentazione: Consumare cibi nutrienti e radicati, come le verdure a radice, può sostenere il primo chakra. Mantra: LAM. Cristalli e Pietre: Utilizzare cristalli come l’ematite o il granato può aiutare a riequilibrare l’energia del primo chakra. Aromaterapia: Gli oli essenziali come il patchouli o il cedro possono essere utilizzati per rafforzare il primo chakra durante le pratiche di
Il Corpo come Oggetto di Meditazione anche in Valle Camonica
Il panorama delle pratiche meditative è vasto e particolare rilievo rivestono gli insegnamenti della filosofia buddhista, in cui la meditazione sul corpo occupa un ruolo centrale. Questa forma di meditazione è una delle più antiche e fondamentali nel Buddhismo, con radici profonde nelle tradizioni Theravāda e Mahāyāna. In questo articolo, ne esploreremo il significato e l’importanza come oggetto di contemplazione nel percorso spirituale buddhista. L’Essenza della Meditazione sul Corpo Conosciuta come “Kāyagatāsati” in Pali e “Kāyasmṛti” in Sanscrito, implica una riflessione profonda e consapevole sul proprio corpo. Questa pratica non si concentra sulla bellezza esteriore o sulla forma fisica, ma piuttosto sull’esperienza interiore del corpo. L’obiettivo principale è sviluppare una comprensione chiara e penetrante della natura effimera, insoddisfacente e impermanente del corpo umano. Al contempo viene sviluppata l’abilità all’immobilità che è un ingrediente essenziale per ritrovare la quiete e la pace interiori che contribuiscono enormemente nella crescita personale. Il Buddha e la Meditazione sul Corpo Il fondatore del Buddhismo, Siddhartha Gautama (noto come il Buddha) vi dedicò una parte significativa della sua ricerca spirituale. Prima di raggiungere l’illuminazione sotto l’albero della Bodhi, il Buddha sperimentò molte forme di meditazione, compresa quella sulla respirazione e quella sulla decomposizione del corpo. Queste pratiche lo aiutarono a sviluppare una profonda comprensione della sofferenza e dell’impermanenza, che sono due delle Quattro Nobili Verità fondamentali del Buddhismo. La Decomposizione del Corpo Una delle pratiche più simboliche nel contesto della meditazione sul corpo è la contemplazione della decomposizione del corpo. Questa meditazione implica la visualizzazione della decomposizione graduale del corpo umano dopo la morte. Si riflette sulla trasformazione del corpo in scheletro, carne in decomposizione e infine in polvere. Questo esercizio mira a smantellare l’attaccamento all’aspetto fisico del corpo e a sviluppare un profondo senso di distacco. La Respirazione Consapevole Oltre alla meditazione sulla decomposizione, un altro aspetto cruciale è la respirazione consapevole (Ānāpānasati). In questa pratica, ci si concentra sulla sensazione della respirazione entrante e uscente, senza giudizio o desiderio di modificarla. La respirazione diventa un punto focale per coltivare la consapevolezza e la concentrazione. Benefici della Meditazione sul Corpo La meditazione sul corpo offre numerosi benefici spirituali e psicologici. Tra questi: Comprendere l’Impermanenza: La pratica aiuta a riconoscere la natura effimera e mutevole del corpo e, di conseguenza, a ridurre l’attaccamento alle cose materiali. Sviluppare la Consapevolezza: La meditazione sul corpo migliora la consapevolezza di sé e del proprio ambiente, aiutando a vivere più pienamente nel momento presente. Gestione dello Stress: La consapevolezza corporea può ridurre lo stress e l’ansia, contribuendo a un migliore stato di benessere. Coltivare l’Equanimità: La pratica porta a una maggiore equanimità, consentendo di affrontare le sfide della vita con calma e compassione. Conclusioni La meditazione sul corpo come oggetto di contemplazione nel Buddhismo è una pratica potente che mira a liberare gli individui dalla sofferenza attraverso la comprensione della natura impermanente del corpo. Il Buddha stesso ha sperimentato questa forma di meditazione, dimostrando la sua importanza nel percorso spirituale. La meditazione sul corpo non è solo una pratica buddhista, ma può anche essere adottata da chiunque cerchi una maggiore consapevolezza e una profonda comprensione della vita e della morte.
Come attrarre abbondanza
Molte delle persone che mi si rivolgono per sessioni di Life Coach e meditazioni guidate arrivano con delle domande. Ascolto i problemi e nella maggior parte dei casi affermano che non stanno vivendo la vita dei loro sogni. Mancanza di denaro, sensazione di disfatta, pensieri ricorrenti del tipo “non ce la farò mai!” Per non parlare del senso di colpa legato alle questioni di soldi. Spesso mi sento chiedere consigli concreti su come guadagnare di più. Oppure, più in generale, su come attrarre abbondanza. A quel punto, di solito faccio un bel respiro. Poi mi alzo, vado allo scaffale bianco con i miei libri preferiti, ne apro uno e mi metto a leggere Sri Aurobindo. “Il denaro è il segno visibile di una forza universale che, nella sua manifestazione sulla terra, opera sui piani vitale e fisico ed è indispensabile alla pienezza della vita esteriore. Nella sua origine e nella sua azione vera, essa appartiene al Divino. Ma, come le altre potenze del Divino, quando viene trasmessa quaggiù, nell’ignoranza della natura inferiore, può venir usurpata per la soddisfazione dell’ego o detenuta da influenze asuriche (demoniache) e da queste sviata a loro vantaggio. Essa è veramente una delle tre forze – il potere, il denaro, il sesso – che ha maggiore attrazione sull’ego umano e sull’asura (demone), e la più generalmente mal posseduta e male impiegata da coloro che la detengono.” Così si apre il quarto capitolo del libro “The Mother”, tradotto in italiano con “La Madre”, di Sri Aurobindo. Una personalità importante quella di Aurobindo, filosofo e mistico indiano, scrittore e poeta, maestro di yoga, figura impegnata nella lotta per l’indipendenza dell’India. I suoi discepoli lo consideravano un Avatar, un’incarnazione dell’Assoluto. La profondità delle parole che ci ha lasciato avvalora questa visione. Ci toccano da vicino proprio in quanto semplici. “Riconquistare il denaro per il Divino al quale appartiene e utilizzarlo divinamente per la vita divina è la via supermentale che il sadhaka deve seguire. Non dovete distogliervi dal potere del denaro con un indietreggiamento ascetico, dai mezzi che vi dà e dagli oggetti che vi apporta, né mantenere un attaccamento rajasico (egoista, sanguigno, collerico) per queste cose, o uno spirito di compiacenza che rende schiavi delle soddisfazioni che procura. Guardate semplicemente le ricchezze come una potenza che deve essere riconquistata per la Madre e posta al suo servizio. Tutte le ricchezze appartengono al Divino e coloro che le detengono ne sono i depositari e non i possessori.” Potrei andare avanti a leggerlo per ore. Se non l’hai già fatto, ti consiglio vivamente di procurarti una copia di questo libro. Ti aiuterà a guardare le cose in prospettiva, ad uscire dagli schemi, dai sensi di colpa legati al denaro. E darà anche una risposta al famoso “come attrarre abbondanza”. Certo, potresti obiettare che le parole di un poeta fanno sembrare tutto bello e semplice. Quando però sta a noi fare delle scelte che riguardano il nostro campo economico, ecco che allora tutto si complica. Ma da cosa dipende questo senso di inadeguatezza? Da cosa deriva questo sentirci persi di fronte alle questioni di denaro? Ognuno di noi ha la sua storia personale, ma nella nostra cultura di origine siamo bene o male tutti accomunati da un preconcetto economico. Siamo infatti stati abituati a credere che le cose non cambiano. Anzi, siamo cresciuti con l’idea che non possono cambiare. Questo ci porta a coltivare la convinzione limitante del “mi devo accontentare”. Oppure il preconcetto del “se voglio qualcosa devo per forza fare fatica per ottenerlo.” Tutti approcci lontani dai metodi su come attrarre abbondanza. Per fortuna, ho una buona notizia per te. L’abbondanza va oltre questi schemi mentali. Se noi ragioniamo per classi e ceti, l’Universo no. Infatti, la Natura non si muove per assecondare categorie sociali. Essa stessa è abbondanza e, come tale, non fa distinzione tra un insetto e un leone. Questo è uno degli insegnamenti più profondi di Sri Aurobindo. Metterlo in pratica significa comprendere di essere chiamati ad una missione. E questa missione implica il lottare per riappropriarci di ciò che è già nostro. Ma allora… se è tutto così semplice, perché non ci riesco? Dove sta l’inghippo? Come attrarre abbondanza? L’inghippo è la nostra Mente. Il primo ostacolo che incontriamo in questa lotta interiore è rappresentato da noi stessi. Noi che ci lasciamo condizionare dalle esperienze vissute, dalle credenze acquisite. Abitudini, senso del dovere, preconcetti vari ci hanno indotti a dimenticarci che l’abbondanza è nostra per diritto di nascita. Cosa possiamo fare allora? Possiamo e dobbiamo lavorare per sciogliere in noi tutte quelle credenze, quelle memorie cellulari che ci tengono ancora lontani dall’abbondanza. Il processo non è semplice, ovvio. E implica molto lavoro interiore. Ma ne vale sempre e comunque la pena. Una cosa importante. L’avrei voluta mettere all’inizio, ma mi sembra che qui abbia una presa maggiore. Quando parliamo di come attrarre abbondanza, non possiamo che chiederci anche cosa sia per noi l’abbondanza. Ricordati sempre che abbondanza è uno stile di vita. Significa sentire la pienezza in ogni cosa, facendo tutto con amore e per amore. Per questo l’abbondanza non si sviluppa attraverso la mente. Essa implica una nostra apertura. E soprattutto, desidera che noi ne siamo gli utilizzatori, non i possessori. Non sono una consulente finanziaria, anche se per molti anni ho lavorato in uno studio di commercialista. E – sempre meglio ricordarlo – non sono una Psicologa, né una Psicoterapeuta. Posso semplicemente darti dei consigli di crescita personale sulla base del mio percorso. Fatta questa doverosa premessa… ti piacerebbe approfondire insieme l’argomento di come attrarre abbondanza?
Fermare i venti del karma è possibile se sai come fare
Quanto incide il karma nella nostra vita? Sai che fermare i venti del karma per risolverlo, venti che soffiano ciclicamente nella nostra vita è possibile? Non sto a elencare le 12 leggi di cui ampiamente si trovano riferimenti ed istruzioni. Il concetto di “venti del karma” potrebbe essere un tentativo di sintetizzare o semplificare alcuni dei principi chiave del karma nelle tradizioni spirituali orientali. Ciò su cui vorrei porre l’attenzione, riguarda invece il fatto che ad ogni azione segue indiscutibilmente una reazione che è differente però dal concetto di causa-effetto. Questa azione e la seguente reazione non sono il fine ultimo di ciò che ci accade; contrariamente a quanto spesso si crede, non si tratta di una punizione bensì di un mezzo, il mezzo per sciogliere paure, attaccamenti e resistenze all’amore, un mezzo per risvegliare una verità interiore attraverso la conoscenza, perché la natura dell’Universo è proprio amore e conoscenza. Il karma è quindi la volontà Universale di sciogliere lʼignoranza di dare per scontati degli eventi che abbiamo vissuto per produrre libertà e risveglio interiore. Compiere un’azione infausta genera paura, che è ignoranza, ma come già espresso l’ignoranza non è contemplata dalla legge Universale e per questo motivo sciogliere la paura genera libertà. Come si scioglie questa paura? Entrandoci dentro a livello profondo attraverso delle pratiche mirate proprio a questo, a trasformare l’idea che abbiamo di una determinata situazione. Abbandonare la paura non è un processo mentale, è un processo cellulare che si attiva proprio nel momento in cui si evoca quel particolare evento e se ne scorge la reale natura. La vita quotidiana ci mostra gli episodi che viviamo da un punto di vista oggettivo; compresi invece dalla parte dell’Anima (è l’Anima stessa che li ha proiettati) avevano un intento diverso, che non riusciamo a scorgere perché invisibile, vuoto; un vuoto che necessita di essere colmato dalla verità interiore che spesso chiede di essere risvegliata, così come nel Tao in cui il bianco e il nero si compenetrano e l’una parte senza l’altra sarebbe solo una metà. Questo, secondo il concetto di karma, è ciò che siamo venuti a fare, colmare il vuoto che la ruota del karma ci mostra, quell’incessante ciclo di rinascita e reincarnazione. Le azioni compiute in una vita possono influenzare la natura e le circostanze della vita successiva. Consentirci di identificare quando iniziano a soffiare, ci permette di riconoscerli e scioglierli o di fermare i venti del karma nel momento stesso in cui vengono riconosciuti.
La Realizzazione arriva spontaneamente se rimani in contatto con la tua vera natura
La Realizzazione arriva spontaneamente se non la intralci e non ti allontani dalla tua vera natura. Se non entrassimo in contatto con l’imprevisto, non potremmo conoscere parti di noi che ci sono sconosciute in quanto siamo abituati a vederci in un certo modo, ci siamo addirittura identificati in questo ruolo e in una realtà fissa che l’idea di noi ha plasmato. La realizzazione non deriva da uno sforzo personale, dalla volontà o sacrificio, bensì dal riuscire al riavvicinarci a noi stessi, alla nostra vera natura. In natura tutto avviene in modo spontaneo, la realizzazione è già insita nella creazione. E’ solo l’essere umano che oppone resistenza, ostinatamente combatte il naturale flusso delle cose accumulando spesso frustrazione, allontanadosi dallo stato di flusso che favorisce la realizzazione spontanea. Siamo stati creati da una sola cellula, ha fatto tutto da sola, affidandosi ad un’ intelligenza universale, davvero crediamo di sapere di più di quella stessa intelligenza? Ma la vita, l’educazione, le abitudini, le credenze il più delle volte allontanano da quel sapere innato di quale sia la direzione da seguire. Il primo passo da compiere è ribaltare la prospettiva, accettando di non sapere; possiamo uscire dalla frustrazione tanto più facilmente quanto prima smettiamo di intralciare questo processo. E’ importante lasciare andare quei modelli ai quali ci siamo abituati, smettere di crederli veri, riguardo ciò che siamo e ciò che dobbiamo fare o essere, aprirci a ciò che veramente siamo e che ancora non abbiamo esplorato di noi. Chi conosce davvero la maggior parte degli aspetti di sè? L’aspetto romantico, l’aspetto creativo, l’aspetto razionale, l’aspetto emotivo, l’aspetto animico? E potremmo continuare a trivarne. Nella maggior parte dei casi crediamo di conoscerci, ma non ci possiamo accontentare di una sola sfaccettatura, perchè per ogni aspetto in luce ce n’è almeno uno sconosciuto ed è con quello che possiamo entrare in confidenza, creare una relazione accrescitiva. L’autoconoscenza vista dalla prspettiva dell’Anima sviluppa un Potere che possiamo sviluppare per godere di una vita piena e soddisfacente, la Realizzazione di ciò che siamo come cellula che si è sviluppata con un fine ben preciso e che il più delle volte motivazioni a noi sconosciute ci fanno agire nella direzione opposta. La paura di perdersi è naturale, per questo è necessario essere seguiti in questo processo da una persona esperta, ma quanto prima prendiamo la decisione di riavvicinarci al vero noi, quanto prima ci incamminiamo verso ciò che nonostante la nostra opposizione, abbiamo già scelto di compiere, la nostra realizzazione, smettendo così di provare quella sensazione di vuoto che apparentemente ci separa dal mondo, ma solo perchè trasposizione dell’allontanamento da noi stessi.
Trasformare ansia, questa (s)conosciuta e attacchi di panico facendoli diventare forza
Trasformare ansia, questa (s)conosciuta e attacchi di panico o paure facendoli diventare forza. Quasi a ognuno, in un periodo o un altro della vita è capitato di vivere uno stato d’ansia; ma a differenza di quanto si pensa non viene scaturita da un evento, bensì è vero il contrario: l’evento accade affinchè tu possa provare quella determinata emozione. L’ansia, nella tradizione immaginale è la manifestazione del Dio Pan, da cui deriva il termine panico. La mente razionale, che è abituata a dare delle connotazioni di bene o di male, di giusto o di sbagliato, ci induce a credere che sedarla o risolverla nel significato stretto del termine sia il modo per liberarsene. Per trasformare ansia e attacchi panico è importante aprire il dialogo, che è il dialogo con una divinità, con la nostra stessa parte divina e creare la possibilità di liberare quella creatività soppressa, piuttosto che altre auto limitazioni sintomo di paure represse, allontanamento dall’amore incondizionato e soprattutto dall’amore che permea ogni cosa e che nella stragrande maggioranza dei casi viene identificato con qualcosa o qualcuno di esterno; tornare a percepire quel senso di unione tipico dell’essere sferico citato da Platone produce invece un grande senso di liberazione. Finchè l’ansia o gli attacchi di panico vengono ignorati al di fuori del momento dell’episodio stesso, sono costretti a manifestarsi in modo sempre più ampliato, ma con le opportune tecniche nelle quali ti guido, la puoi liberare, permettendole così di sprigionare la forza per compiere qualcosa di assolutamente necessario per te, che è la vera ragione per cui è arrivata. Per trasformare ansia, attacchi di panico, paure, il mio metodo non è quello di sedare il sintomo ma prendersene cura. Come quando un bimbo fa i capricci è perché ha qualcosa da dirti, allo stesso modo riuscire ad instaurare un dialogo con l’emozione, le permette di sciogliersi per sempre ed esprimere cosa è arrivata a fare nella tua vita in quel preciso momento. Contattami per ulteriori info e soprattutto se abiti in Vallecamonica, possiamo fissare un incontro conoscitivo.
Relazione con il cibo – difficoltà a dimagrire o a mantenersi in forma
Coma creare una buona relazione con il cibo e sciogliere la difficoltà a dimagrire o a mantenersi in forma? La relazione con il cibo è un aspetto importante della vita umana che può influenzare la salute e il benessere generale. Una buona relazione con il cibo implica una comprensione delle diverse dimensioni coinvolte e uno sforzo per sviluppare abitudini alimentari sane ed equilibrate. Una volta presi in considerazione tutti i fattori medici, sociali, culturali e così via ti trovi però ancora con quel vuoto nello stomaco o lo stesso che non si apre per ricevere i principi nutritivi necessari. Hai provato in ogni modo a dimagrire o a seguire un regime alimentare più sano e nonostante il grande impegno e sacrificio, qualcosa ti blocca nel raggiungimento del tuo obiettivo. Non sei sbagliata/o, semplicemente il punto di partenza con il quale raggiungere ciò che desideri va guardato anche da una prospettiva differente. Dirai: “Si, ma è fisiologico, se ingerisco cibo, questo produce un certo quantitativo di calorie” E se ti dicessi che questo non sempre è il fattore determinante? Se ti dicessi che alcune persone mangiano quantitativi industriali di cose e che altri ingrassano solo a sentirle nominare senza soffrirne le conseguenze? E chi poi dice: “Mi ingrassa anche bere un bicchiere d’acqua”? Quello che è determinante è sicuramente la qualità del cibo ma anche il modo in cui ci relazioniamo a esso. Il cibo è nutrimento, certo ma è anche nutrimento per l’Anima, è emozione, troppo spesso diviene un’abitudine legata a un comportamento, a un pensiero, a una credenza. Non si tratta di un gesto che dev’essere compiuto furtivamente, magari davanti alla tv; il nutrirsi è un rito e come tale ha bisogno di includere tutti quei sensi che troppo spesso vengono sopraffatti dal chiasso della vita. I chili di troppo rappresentano spesso disagi causati dalle restrizioni causate dalla mancanza di libertà: libertà di pensiero, di azione, persino di emozione. Un modo per trasformare questo è data dalla consapevolezza e non quella di quante calorie o quale cibo abbinare, bensì una consapevolezza di relazione, che va nutrita pasto dopo pasto, giorno dopo giorno, per creare una relazione armonica, una risorsa che dona gioia e libertà. Conclusioni Quindi la relazione con il cibo e la difficoltà a dimagrire o a mantenersi in forma sottointendono sempre una forma di riunione di una parte di noi che abbiamo dimenticato, rimosso o per la quale non abbiamo sufficiente attenzione cosciente. Costruire una buona relazione con il cibo è importante per mantenerci in uno stato di benessere generale; richiede tempo, impegno e consapevolezza e non si tratta di seguire una dieta temporanea, ma di creare un approccio di relazione, sostenibile e positivo verso il cibo che duri per sempre. Il cibo è una parte essenziale della nostra esistenza, una relazione equilibrata e sana con qualcosa di divino che ci nutre e al quale contemporaneamente permettiamo la trasformazione da visibile a invisibile, non solo nella forma ma anche ad un livello molto profondo.
Meditare per rimanere nell’attimo presente, l’unico che esiste
La meditazione è un potentissimo strumento per rimanere nell’attimo presente, che dona armonia, benessere psicofisico e mantiene in salute. Ciò che è accaduto dieci minuti fa non esiste già più e ciò che accadrà tra dieci minuti non esiste ancora. La mente continuamente è in un attimo prima o un attimo dopo, non rimane mai lì, dove siamo noi; è come se si viaggiassimo a due velocità diverse e questo crea una prima separazione interiore. La meditazione, abbiamo detto è un valido strumento perchè atto a raggiugere uno stato di benessere psicofisico in quanto è un ampliamento dello stato di consapevolezza: maggiore consapevolezza del tuo corpo, di ciò che ti accade dentro, e quindi unione maggiore consapevolezza delle tue sensazioni, di quali sensazioni provocano dentro di te, e quindi unione maggiore consapevolezza dei tuoi pensieri, di quali reazioni i tuoi pensieri provocano dentro di te, e quindi unione e molto altro ancora. Praticare costantemente migliora le tue abilità di memoria, di apprendimento, di concentrazione perchè non sei più preda di tutti i concetti mentali ai quali sai abituata/o ma ti consente di riconoscerli e scioglierli, prima nella meditazione vera e propria nell’immobilità e con il tempo praticando la meditazione esistenziale, vivendo i gesti quotidiani nel momento esatto in cui accadono, permettendoti di sentire realmente un’unione profonda con tutto quello che ti circonda e con gli eventi della vita, che sono proiettati dalla tua Anima, vivendo uno stato di calma e serenità. Per raggiungere questo stato è necessario sciogliere attaccamenti e superare ansia e paure, i più grandi ostacoli della quiete interiore. Ti aiuta, mano a mano a prendere le distanze dall’idea di vivere separato dal tutto, che esista un mondo oggettivo e che la maschera che ti sei costruita/o sia davvero l’unica espressione di te, donandoti la libertà di riconoscere quelle parti che sono rimaste nell’ombra, forse per senso del dovere o per altre ragioni. Meditare ti porta a riconoscere cosa accade ora e proprio ora e comprendere se è ancora in linea con ciò che sei nell’attimo presente; il solo fatto di portarlo in luce può darti la possibilità di trasformare le cose che non ti piacciono più o nelle quali hai smesso di riconoscerti. A questo punto l’eventuale cambiamento non è più un fatto di volontà. Al contrario, il modo di rendere la meditazione un atto efficace è quello di arrendersi a ciò che è, non inteso come rassegnazione ma compiendo un atto che è sacro. Arrendersi a quell’emozione e celebrarla, già di per sè porta pace e dona la possibiltà di riconoscerla come una forza, la forza dell’Anima che è la nostra più grande alleata. Il silenzio è davvero il luogo ideale dove incontrare noi stessi senza giudizio per sviluppare un grandissimo amore incondizionato. Appuntamenti meditazione in Valle Camonica: in presenza Ogni martedì alle 21 on-line Ogni mercoledì alle 21
La paura di non farcela – slegatene per essere libero
Ogni tanto ti scopri a comprendere che qualcosa non va nella gestione delle tue giornate. Poco tempo, molti impegni, la maggior parte dei quali futili per il tuo benessere, ma essenziali per l’uso comune che impera nel mondo . Allora dici, dipingerò domani, scriverò quel libro, riprenderò a suonare quello strumento, a ballare, a sognare. Intanto i giorni passano, quello che desideri passa dall’essere una priorità ad essere un ricordo, se non un rimpianto. Ma sei certa/o che non si tratti della paura di non farcela, a trattenere la tua libertà d’azione? La mente è uno strumento eccezionale quando la utilizziamo per espletare l’organizzazione della metodologia atta a conseguire il tuo obiettivo, sia esso il più “banale”, come avere più tempo per te sino al raggiungimento del traguardo che può cambiarti la vita. Spesso dietro questo procrastinare latente si nasconde la paura che ti mostra quell’obiettivo come una chimera. La paura di non essere abbastanza, di non meritare. La paura di non avere sufficienti risorse economiche per iniziare. La paura di non avere la tenacia necessaria per intraprendere le giuste azioni. La paura di fallire ancora. La paura di … La paura di … In buona sostanza ka paura di non farcela … Ovviamente la facciata che ci si palesa per crearci l’alibi di non metterci a dieta, di non smettere di fumare, di non fare una passeggiata rigenerante sembra reale. I momenti di difficoltà, le perdite, gli insuccessi spesso vengono affrontati soccombendo o cercando una rivincita. Non è forse sempre una forma di controllo? E, volere il controllo, non significa forse avere paura? La via di mezzo, quella che è opportuno percorrere, come mostrato nella Divina Commedia, è dialogare con quanto ci è accaduto. Non mi riferisco al chiacchiericcio mentale provocato dal seguire quel pensiero che il più delle volte diventa ossessivo … “Dopo la gravidanza riuscirò a tornare come ero, a piacere ancora a mio marito? Oddio, si troverà un’altra e abbandonerà me e il piccolo, e come faremo a mantenerci? Se devo lavorare non potrò accudirlo, allora non adempirò al mio ruolo di madre. E oltre ad essere sola, avrò rovinato la vita di mio figlio, che avrà ripercussioni per tutta la vita.” Piuttosto ad un dialogo attraverso l’incontro con l’esperienza stessa, con la conoscenza diretta e profonda, al di là del bene e del male. Nella Bhagavad Gita, poema epico e testo sacro dell’Induismo, Krisna, travestito da auriga, mette in guardia Arjuna “dall’intelligenza distinguente” e lo esorta: “…o Arjuna, renditi libero dalle coppie di opposti” (II, 44 e 45). Per arrivare a liberarti dalla paura di non farcela, a questa quiete, che è Libertà, è bene abituare la psiche attraverso una trasformazione cellulare, acquisire, attraverso pratiche antichissime, che l’unione tra i due opposti esiste, ma non può giungere dalla mente che per sua stessa natura è sempre alla ricerca di nuove modalità per detenere il controllo. Sperimentare questo, consente una progressiva consapevolezza di quali siano le paure che ti tengono prigionera/o, e attraverso un processo alchemico, liberare nuova energia, disponibile per la tua gioia e realizzazione. Così come nel Tao il bianco non esiste senza il nero, così nulla è vero senza che sia altrettanto vero il suo contrario, non esperibile con un concetto mentale, ma solo con la vibrazione prodotta dall’interno, dagli organi, dalle cellule, in sinergia con l’intero Universo. Il Sole e la Luna possono essere visibili contemporaneamente, ma solo in determinate condizioni di equilibrio dei due pianeti stessi. “Dove dimora la mente?” Il Maestro rispose: “La mente dimora dove non c’è dimora” cit. Suzuki. Conclusioni Nel nostro viaggio attraverso l’affrontare la paura di non farcela, abbiamo esplorato le sfide che tutti affrontiamo a un certo punto nella vita. Abbiamo imparato che la paura è una reazione naturale, ma non dovrebbe definire il nostro destino. È un’emozione che possiamo abbracciare e trasformare. Ricorda che la paura di non farcela è spesso una percezione distorta di noi stessi e delle nostre capacità. È una voce critica che può essere messa a tacere attraverso pratiche di antichissima tradizione che ti possono far comprendere come le sfide che hai incontrato lungo il cammino volevano accompagnarti verso una parte più autentica di te dalla quale ti eri forse troppo allontanato. Non lasciare mai che la paura ti impedisca di perseguire i tuoi sogni e obiettivi, permettile di essere la tua risorsa. Nel corso della tua vita, incontrerai persone che ti diranno che non puoi farlo o eventi che te lo dimostreranno sino a quando non sarai diventato quel tuo obiettivo, con dedizione, passione e fede e tu che sei il capitano della tua nave puoi dirigere la tua energia, libera dalle restrizioni indotte dall’esterno e dalla mente, verso una vita differente, piena e nutriente.
E’ sufficiente avere un potenziale?
Senti che dentro di te c’è un enorme serbatoio di risorse, doti e talenti. Ma è sufficiente avere un potenziale? La vita ti porta a instillare dei gesti quotidiani l’abitudine e la mente trova ogni modo per farti credere che non puoi fare diversamente che seguire quelle abitudini e questo ti porta a dimenticartene. Per fare un esempio il potenziale potrebbe essere paragonato ad un proiettile di un’arma da fuoco. Di per se è un’arma a tutti gli effetti, contiene una carica esplosiva e, in mani capaci, con la giusta espletazione delle azioni, è capace di raggiungere il bersaglio e probabilmente, se il tiratore riesce a mantenere il giusto equilibrio, anche a raggiungere il centro. Ma, hai mai sentito sia esplosa in una tasca? Faccio questo esempio perché è piuttosto pratico e soprattutto esemplificativo. Lo stesso vale per aspirazioni, doni, talenti, sogni … Ancora una volta mi viene da fare un esempio. Quando da un luogo incontaminato ti rechi in una città industrializzata, al primo impatto senti l’odore dello smog, che ti infastidisce. Dopo qualche ora ti infastidisce meno, il giorno dopo lo noti ancora, ma dal terzo giorno non ci fai nemmeno più caso. Questo è quello che gran parte delle volte accade; l’assuefazione ad aria malsana, piuttosto che ad abitudini che portano lontano da quella che è la tua vera essenza, può addirittura allontanarti da ciò che avevi scelto proprio in funzione della tua incarnazione. Per fortuna arrivano quei doloretti, quei piccoli disagi, disturbi, inconvenienti che ti portano al ricordo che esistono spazi verdi, boschi, luoghi incontaminati, che la tua Anima ti spinge a ritrovare, dentro di te, il luogo migliore in cui ritrovi l’unica verità, il tuo potenziale, l’enorme disponibilità di energia, di forza che aspetta di esprimersi. Per fare questo il più delle volte, hai bisogno di qualcuno che ti accompagni in questo viaggio interiore, a mio avviso, il viaggio più bello di tutti, quello che vale la pena compiere. Conclusioni Nel corso di questo articolo, abbiamo esplorato il concetto di potenziale personale e come esso sia interconnesso con il potenziale dell’anima. Abbiamo scoperto che la crescita personale va oltre il semplice sviluppo delle competenze e delle abilità esterne, ma coinvolge anche la connessione profonda con il nostro sé interiore. La consapevolezza di sé, la ricerca di uno scopo autentico insieme ad altri piccoli accorgimenti nella vita di tutti i giorni possano aprire le porte a una maggiore realizzazione del nostro potenziale complessivo, che include quello spirituale. Questi elementi contribuiscono a nutrire l’anima, consentendoci di esplorare i nostri valori più profondi e di vivere una vita più autentica e significativa. Il viaggio verso la realizzazione del nostro potenziale personale e dell’Anima è un percorso unico per ciascuno di noi. Non esiste una formula universale, ma piuttosto una serie di sfaccettature che riconosciamo lungo il cammino. In definitiva, la realizzazione del nostro potenziale personale e spirituale è un viaggio di scoperta e crescita continua. È un’esperienza che ci connette con il nostro sé più profondo, ci ispira a vivere con autenticità e ci porta a una vita di significato e realizzazione. Intraprendere questo viaggio richiede impegno, pazienza e apertura mentale, ma i frutti che possiamo raccogliere sono inestimabili. Quindi, continuiamo a esplorare, a imparare e a crescere, sia a livello personale che spirituale, mentre ci avventuriamo alla scoperta del nostro potenziale più profondo.